La storia
“L’arcana storia dei ladri di tempo e della bambina che restituì agli uomini il tempo trafugato.”
Michael Ende inizia così la scrittura del romanzo:
“Lontano lontano nel tempo, quando gli uomini si esprimevano con lingue tanto diverse dalle nostre attuali, già esistevano, sulle terre di clima caldo, grandi e magnifiche città. Là si ergevano gli alti palazzi di re e imperatori, là si intersecavano larghe strade, vie anguste e viuzze tortuose. Là stavano i mirabili templi adorni di statue d’oro e marmo dedicate agli dei, là vivevano sia i mercati dai molti colori dove si offrivano le merci di tutti i paesi conosciuti sia le vaste armoniose piazze dove le genti convenivano per discutere sulle novità, per pronunziare discorsi o per stare ad ascoltarli. E, soprattutto, là si trovavano i grandi teatri. Erano molto simili ai circhi dei nostri giorni, salvo che erano totalmente costruiti con blocchi di pietra.
È proprio in un anfiteatro che vive Momo una bimba scappata dall’orfanotrofio, una piccola creatura con il grande talento dell’ascolto.
Momo a poco a poco conquista la fiducia di tutti, lei si limita ad ascoltare intensamente i racconti e i problemi, mentre l’interlocutore trova da solo la risposta ai suoi quesiti.
Ma un bel giorno i signori grigi, agenti segreti della società “Cassa di Risparmio del Tempo“, si insinuano nel piccolo microcosmo di Momo e dei suoi amici, organizzando la più grande truffa ai danni dell’umanità. Per distrazione dell’abitudine nessuno codifica la menzogna che poco per volta prende il sopravvento.
L’armonia è distrutta, l’offensiva è lanciata in tutto il mondo per indurre la gente a economizzare tempo, affermando che esso verrà restituito con gli interessi nel futuro. Colossale bugia, i signori grigi sono dei parassiti che vivono del tempo rubato alla popolazione.
Metafora del nostro mondo, del falso mito che vuole la ricchezza materiale uguale alla felicità a scapito delle nostre relazioni, delle nostre passioni e della nostra salute.
Più corriamo per il profitto più ci sentiamo euforici, non pensiamo ad altro, a questa llusione inseguendo la materialità, mentre il tempo scorre inesorabile, senza appagamento.
“I cattivi fanno del peggio il meglio”
Anche nella città di Momo l’influenza negativa degli agenti segreti manovrano la trasformazione della vita che diventa sterile, senza più la presenza di attività sociali di svago e di ogni forma di arte. Tutto è una perdita di tempo, così gli edifici e gli indumenti vengono concepiti uguali per tutti. Una vita frenetica in un formicaio impazzito.
“Momo si rianimò perché non poteva mancar molto alla casa di Mastro Hora. “per piacere, Cassiopea, non possiamo andare un po’ più in fretta?”
“Più lenta sei, più veloce vai “
fu la risposta della tartaruga, che proseguiva arrancando più lentamente. E Momo notò, come la prima volta, che proprio a quel modo si avanzava più in fretta; come se la strada scivolasse sotto i piedi tanto più velocemente quanto più si camminava adagio. Era questo il segreto del quartiere bianco: camminare piano per avanzare in fretta; e, viceversa, camminando in fretta si avanzava più lentamente. Lo ignoravano i Signori Grigi che, la volta precedente, avevano inseguito Momo con le tre automobili. E Momo gli era sfuggita.”
Una storia, come dice l’autore stesso nel breve epilogo, che potrebbe essere stata raccontata sia al passato che al futuro, proprio perché sembra ripetersi nel tempo.
L’uomo si sentirà sempre oppresso dall’avere troppo poco tempo per fare questo e quello. Ma siamo noi padroni del nostro tempo e sta a noi farne buon uso.
“Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che talvolta un’unica ora ci può sembrare un’eternità, ed un’altra invece passa in un attimo… dipende da quel che viviamo in quell’ora. Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore.”